Venne costruita dal 1929 al 1931, in onore di S.Antonio, dai coniugi Prometti come ex voto, in località Tredici.
La chiesa parrocchiale di Sant'Antonino martire a Montello, situata nella provincia di Bergamo, rappresenta un importante esempio di architettura religiosa della zona. L'edificio attuale è il risultato di diverse fasi costruttive e ampliamenti avvenuti nel corso dei secoli. La struttura principale fu edificata nel XVIII secolo, precisamente nel 1710, quando la comunità di Montello necessitava di uno spazio più ampio per le funzioni religiose. La chiesa originaria fu completata nel 1732, con una pianta rettangolare e l'abside rivolta a nord. Nel corso dell'Ottocento, precisamente tra il 1832 e il 1838, la chiesa subì un significativo ampliamento con l'aggiunta delle navate laterali per accogliere il crescente numero di fedeli. Gli interni furono arricchiti da pregevoli decorazioni realizzate nei primi decenni del Novecento dall'artista Fermo Taragni, che conferiscono all'ambiente un'atmosfera solenne e accogliente. Di particolare interesse artistico sono le due grandi tele del pittore milanese Francesco Corneliani, risalenti alla prima metà del XIX secolo, che adornano la parete di fondo della navata centrale. La chiesa conserva inoltre quattro cappelle laterali settecentesche che contribuiscono ad arricchire il suo patrimonio artistico e spirituale. La chiesa di Sant'Antonino rimane ancora oggi un punto di riferimento fondamentale per la comunità di Montello, testimoniando attraverso la sua architettura e il suo patrimonio artistico la profonda devozione religiosa del territorio.
Il paese si chiamava Monticelli di Borgogna fino al 1962, un nome che ricordava la fisionomia del paese posto entro l’ultima conca della dolce sequenza collinare lambita dalla roggia Borgogna: il corso d’acqua, derivato dal fiume Serio, è stato costruito a partire dal 1473 dal condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, denominandola in omaggio a Carlo il Temerario duca di Borgogna. Alla fine dell’Ottocento nella conca sorge la grande villa eclettica, affacciata sul grande parco chiuso da una cancellata dai pilastri neobarocchi. Venduta dalla famiglia Baizini agli industriali Rumi nel 1952, dal 1969 è divenuta il monastero di clausura delle suore Terziarie Francescane: l’Ordine ha provveduto a ristrutturare tutti gli ambienti interni secondo le esigenze della nuova destinazione d’uso, ma ha mantenuto la ricchezza degli elementi decorativi posti sulle fronti esterne.
È l’attuale Chiesa parrocchiale ed è dedicata alla Visitazione di Maria a Elisabetta.
Venne costruita per volontà di don Palmino Berbenni, primo animatore e parroco della comunità, tra il 1949 e il 1952. Al suo interno si trovano molti affreschi, alcuni sistemati durante l’ultimo restauro. Tra le opere di pregio possedute dalla chiesa, meritano una particolare citazione: un crocefisso di legno, opera del Coter, donato dal parroco don Berbenni nel suo venticinquesimo sacerdozio; quattordici pannelli della via Crucis, opera moderna, in rame argentato, lavorati a sbalzo dallo scultore Luigi Guerinoni di Bergamo. Inoltre 11 vetrate rappresentano i “Misteri mariani” e sono poste nella parte alta del complesso.
La rocca primitiva era difesa semplicemente da palizzate e fossato, mentre i pochi resti di quella odierna indicano la grandiosità dell’impianto originario e la solidità della sua struttura. I ruderi del castello, risalente al XIII secolo e fatto edificare forse da un ramo dei ghibellini Suardi, durante le turbolente lotte di fazione che precedettero l’arrivo della Serenissima Repubblica di Venezia, passa temporaneamente ai guelfi, poi alla famiglia dei Ficieni e in seguito a quella dei Vertova. Sull’area che occupa, denominata Monticelli-Brusati, è stata costruita una villa che prende il nome dalla stessa località.