Venne costruita dal 1929 al 1931, in onore di S.Antonio, dai coniugi Prometti come ex voto, in località Tredici.
Venne presumibilmente costruita attorno all’undicesimo secolo. Troviamo indicazioni in tal senso in diverse visite pastorali tra cui quella del 1575 di S. Carlo Borromeo. Fu anche parrocchia prima dell’accorpamento a Costa di Mezzate nel 1375.
Il paese si chiamava Monticelli di Borgogna fino al 1962, un nome che ricordava la fisionomia del paese posto entro l’ultima conca della dolce sequenza collinare lambita dalla roggia Borgogna: il corso d’acqua, derivato dal fiume Serio, è stato costruito a partire dal 1473 dal condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, denominandola in omaggio a Carlo il Temerario duca di Borgogna. Alla fine dell’Ottocento nella conca sorge la grande villa eclettica, affacciata sul grande parco chiuso da una cancellata dai pilastri neobarocchi. Venduta dalla famiglia Baizini agli industriali Rumi nel 1952, dal 1969 è divenuta il monastero di clausura delle suore Terziarie Francescane: l’Ordine ha provveduto a ristrutturare tutti gli ambienti interni secondo le esigenze della nuova destinazione d’uso, ma ha mantenuto la ricchezza degli elementi decorativi posti sulle fronti esterne.
È l’attuale Chiesa parrocchiale ed è dedicata alla Visitazione di Maria a Elisabetta.
Venne costruita per volontà di don Palmino Berbenni, primo animatore e parroco della comunità, tra il 1949 e il 1952. Al suo interno si trovano molti affreschi, alcuni sistemati durante l’ultimo restauro. Tra le opere di pregio possedute dalla chiesa, meritano una particolare citazione: un crocefisso di legno, opera del Coter, donato dal parroco don Berbenni nel suo venticinquesimo sacerdozio; quattordici pannelli della via Crucis, opera moderna, in rame argentato, lavorati a sbalzo dallo scultore Luigi Guerinoni di Bergamo. Inoltre 11 vetrate rappresentano i “Misteri mariani” e sono poste nella parte alta del complesso.
La rocca primitiva era difesa semplicemente da palizzate e fossato, mentre i pochi resti di quella odierna indicano la grandiosità dell’impianto originario e la solidità della sua struttura. I ruderi del castello, risalente al XIII secolo e fatto edificare forse da un ramo dei ghibellini Suardi, durante le turbolente lotte di fazione che precedettero l’arrivo della Serenissima Repubblica di Venezia, passa temporaneamente ai guelfi, poi alla famiglia dei Ficieni e in seguito a quella dei Vertova. Sull’area che occupa, denominata Monticelli-Brusati, è stata costruita una villa che prende il nome dalla stessa località.