Dedicata a San Giorgio martire è l’opera maggiore. Pare sia stata costruita intorno al 1500 e successivamente rimaneggiata. All’epoca della costruzione fu dedicata a S. Maria in quanto la vera Chiesa Parrocchiale era la chiesetta campestre di età medievale che appunto era dedicata a S. Giorgio. Prese per titolare S. Giorgio nel 1600 in occasione di una delle sue ricostruzioni. Fu costruita nell’anno 1714 ed ampliata di due navate nel 1890. Consta di un’unica navata con quattro cappelle per lato ed il presbitero di fondo con l’altare maggiore. Nelle cappelle laterali si trovano gli altari di S. Antonio, della Madonna del Rosario e di S. Giuseppe. In una cappella, subito a sinistra dell’ingresso è installato il fonte battesimale. Nell’abside è appeso un quadro di Francesco Zucco del secolo XVI, raffigurante la Vergine col Bambino, seduta in trono ed in basso i santi Giorgio, Bernardino, Alessandro e Pantaleone. Sul lato sinistro vi è la chiesina dedicata alla Madonna di Lourdes, relativamente antica e più volte rimaneggiata e modificata. Su quello destro vi è un portico a due campate di bella fattura, il campanile e la sacrestia. Comunicante con la Chiesa, la casa parrocchiale, un’unica costruzione sorta ed adattata intorno ad una torre tronca. Tutto il complesso sorge in angolo alla via S. Giorgio e via Roma.
E’ così detta perché vi abitavano i sacerdoti curati della parrocchia. E’ una costruzione del XVIII secolo, a due piani, prospiciente con il lato più corto sulla via Roma. Il portalino in pietra arenaria reca l’incisione “1705”, ma i capitelli richiamano ad un linguaggio cinquecentesco. Ha portico e loggia a tre campate, ad arco ribassato di interessante fattura. In passato l’area era chiusa da un’alta muraglia. L’annessa più ampia area interna fu acquistata dal Parroco di venerata memoria Don A. Vizzardi, su cui sorgeva un campo di gioco. Dal 2003 è sede degli uffici del nuovo oratorio San Francesco, con cappellina al primo piano.
Era la residenza invernale del Conte Malliani, deputato del regno d’Italia dal 1914 al 1916. Si affaccia con un’ala sulla via S. Giorgio e l’ingresso principale, dotato di elegante portale, sulla via 4 novembre. Nonostante le frammentazioni, cominciate in età fascista, l’edificio mantiene ancora i caratteri della ristrutturazione sei-settecentesca, attuata sotto la famiglia Albani: da un lato gli elementi architettonici esterni (portici, partiture, contorni in pietra architettoniche, fasce) e dall’altro l’impianto compositivo interno (disposizione simmetrica dei locali a volta del corpo centrale, con la grande sala a doppia altezza) che interessano le tre ali dell’edificio (parte dell’ala sud). E’ una costruzione di linea architettonica elegante, guastata parecchio da sovrapposizioni di costruzioni accessorie. Su alcune belle volte di ampi locali, sono ancora visibili le tracce di affreschi irrimediabilmente danneggiati. Si sottolinea la presenza di ampie superfici decorate, che sono visibili nel salone terreno (la volta, presenta un alto livello esecutivo della decorazione a sfondato, con fantasie barocche di pregevole mano), ma che si intravedono anche nelle salette laterali, sotto strati di tinteggiatura.
Nel centro storico è presente una torre medievale. Un atto notarile ne documenta l’esistenza già dalla metà del 1300. In origine faceva parte di un fortilizio difensivo molto probabilmente inserito nelle mura più esterne a difesa della città di Bergamo, lo testimoniano la presenza di postazioni di arcieri, ancora visibili. Una sala al secondo piano, con volta ad ombrello, è affrescata con 12 medaglioni raffiguranti le fatiche di Ercole. Tra la fine del 1400 e per tutto il 1500, questo ambiente era utilizzato da una ricca famiglia Bergamasca, i Benaglio, proprietaria della torre e degli edifici circostanti oggi non più esistenti. Si susseguirono diversi proprietari fino al 1992, quando la torre fu donata all’amministrazione comunale dalla Nobile Astori. Oggi è sede del museo storico situato nei primi due piani dell’edificio. E’ possibile salire fino al belvedere da cui si può godere di un paesaggio mozzafiato. E’ presente un organo del 1832 Carlo Bossi e figli perfettamente funzionante e meta di numerosi concerti nel corso dell’anno liturgico.