Rivola fu un’antica e nobile famiglia che, insieme a quella Colleoni, capitanava i guelfi nella lotta contro i ghibellini. Del castello che questa famiglia aveva a Comonte rimane poco, anche se l’intervento di recupero e restauro dell’architetto Pippo Pinetti è stato il più possibile filologico e conservativo. Si sono salvate parti del muro perimetrale e del mastio, ora sedi del noviziato e della chiesa dell’Istituto Sacra Famiglia.
Nella seconda metà del XVIII secolo, la fabbriceria delibera l’edificazione di una nuova unica grande chiesa parrocchiale, perchè le due chiese coparrocchiali di S.Grisogono e S.Cristoforo versano in uno stato conservativo assai precario. Viene approvato il progetto dell’architetto Nicolino de’ Conti di Calepio, realizzato tra il 1769 e il 1778. La chiesa viene consacrata dal vescovo Giovanni Paolo Dolfin il 10 settembre 1808 e dedicata al SS. Redentore, la cui festività ricorre la terza domenica di settembre. La facciata posteriore si deve all’architetto G. Berlendis, mentre l’edificazione del campanile risale al 1938 su progetto dell’ingegnere Luigi Angelini. L’interno, di gusto settecentesco, è a tre navate. Numerose le tele conservate: Moroni, Sanz, Orelli, Cavagna, Scuri, Galizzi gli autori più famosi. Attiguo alla chiesa è l’ex oratorio del Sacro Cuore, progettato dall’ingegnere Angelini nel 1923 e riportato al primitivo splendore con i restauri del 2000.
Nel 2004 è stato inaugurato il Centro Pastorale “Giovanni XXIII” edificato a pochi metri dall’antica chiesa di S. Alessandro e ad essa connesso. L’intera progettazione (chiesa, uffici, sala polivalente, aule per la catechesi, luoghi di aggregazione e intrattenimento anche all’aperto) è stata affidata all’architetto ticinese Mario Botta. La chiesa è a pianta quadrata, orientata come l’antica chiesa poco distante, slanciata in una raffinata verticalità, sottolineata in facciata dal disegno della croce. All’interno la chiesa, ad aula unica, presenta un pavimento in marmo rosso di Verona che per un tratto sale lungo le pareti, per poi lasciare il posto ad una copertura di legno e laminato a foglia d’oro. Nella zona absidale vi sono interventi scultorei del toscano Giuliano Vangi. Alla chiesa è annesso il Centro pastolare omonimo.
L’oratorio di S. Alessandro, in località Paderno, ha origini antichissime ed è già citato in un documento del 1223. É conosciuto anche come “chiesina dei Morti di Paderno”, con riferimento alla sepoltura dei morti della peste del 1630 in questa località. La facciata è caratterizzata da un ampio portico con due finestre laterali. Alla sua estrema sinistra, una terza finestra si affaccia sulla Cappella dei Defunti, cui si accede all’interno della chiesa. L’interno è a navata unica, con abbozzo di transetto, dove si trovano due altari laterali, quello del Crocifisso e l’altare dell’Immacolata, con una statua della Madonna di scuola fantoniana, solennemente portata in processione la seconda domenica di maggio, festa di Paderno.
La chiesa, di origine quattrocentesca, fu edificata per desiderio della nobile famiglia Rivola e dotata di canonica dove risiedeva un prete beneficiante. Sorge alla sommità della collina di Comonte e ha mantenuto nel corso degli anni la struttura originaria, semplice ed austera, con interno a navata unica, decorato ad affresco. Sono presenti quadri della Natività, dell’Addolorata e della Visitazione di Maria SS. a S. Elisabetta, pala che dà il nome alla chiesa e viene svelata in occasione della festa di Comonte, la seconda domenica di Pasqua. Sul lato sinistro si trova l’affresco della Deposizione, attribuito alla scuola del Cavagna: l’opera è nascosta sotto un velo, rimosso secondo un rito particolarmente caro ai fedeli. Compatrona è S. Eurosia, martire spagnola, invocata a protezione delle tempeste, della siccità e dai danni all’agricoltura; anche la statua della santa viene svelata in occasione della festa di Comonte, la seconda domenica di Pasqua.
Tra le vie Paderno e Roma è stata rinvenuta una cisterna romana a pianta rettangolare di m. 3 per 1,5 costruita in ciottoli fluviali e pavimento in piano tassellato in cotto con tessere disposte in modo irregolare e pareti in cocciopesto. Conteneva frammenti di ceramica romana e tegoloni, forse risultanti dallo sgombero di un’area a necropoli.
Il museo è composto da sette sale allestite in un’ala di villa Piccinelli , risalente al 1600. Si tratta di sale tematiche che raccolgono oggetti, documenti, abiti e foto della Prima e della Seconda Guerra Mondiale e del periodo Risorgimentale riguardanti anche personalità sportive, politiche e ecclesiastiche di Seriate. Nel periodo autunnale e invernale è possibile programmare visite al Museo Mons. Carozzi per scolaresche e gruppi, previo appuntamento da fissare con Famiglia Capelli 035.29.41.35
Edificato nell’angolo nord-ovest del sagrato dell’antica chiesa di S. Grisogono, l’edificio nasce come Oratorio, inizialmente dedicato a S. Giovanni Battista. La dedicazione alla Madonna del Buon Consiglio risale al 1794. La facciata presenta un elegante portichetto tripartito. La festività della Madonna del Buon Consiglio ricorre il 26 aprile.
Le prime notizie su villa Guerinoni risalgono al 1808; la proprietà, composta da due corpi di fabbrica a forma di “L” e da un campo “aratorio, vinato e adacquatorio”, mostra la facciata sull’attuale via Italia, anticamente denominata “Regia strada postale” per Brescia, che partiva da via Borgo Palazzo e attraversava Seriate. Nel corso degli anni la proprietà subì alcune modifiche. Passata di proprietà al Comune di Seriate, nel 1982 venne approvato il progetto di ristrutturazione della villa per destinarla a biblioteca comunale con l’obiettivo di recuperare l’impianto originario, pur adattando l’edificio al nuovo utilizzo. Attualmente villa Guerinoni è sede del Centro culturale dedicato a Giacinto Gambirasio, illustre seriatese (1896–1971) divenuto famoso nel settore industriale, commerciale, editoriale, culturale e politico.
La villa, sulla sponda destra del fiume, presenta un doppio affaccio: su via Cerioli con fronte non rettilineo alto due piani, terminante a destra in una torretta angolare con loggia; verso il fiume Serio, il fronte presenta un portico e due ordini di loggiati. Nel corpo centrale uno dei locali a volta del piano terra fino al 1940 era adibito a cappella di famiglia. Al primo piano sono ancora conservati numerosi affreschi.
L’edificio è un complesso risalente al XVII secolo. Di chiara pianta ad L, con un portico che interessa tutta la facciata rivolta verso l’accesso principale e con colonne in arenaria ed archi a tutto sesto. La villa è circondata da un grande giardino caratterizzato da una collina artificiale e da una grotta “romantica” che ricorda il gusto strettamente ottocentesco. La villa fu sede dei primi esperimenti per la produzione di cemento artificiale a cura del conte Giuseppe Piccinelli, che utilizzava un piccolo forno purtroppo distrutto una cinquantina d’anni fa; il successo di questi primi esperimenti portò alla fondazione della Società Bergamasca per la fabbricazione del cemento e della calce idraulica, oggi Italcementi
L’attuale aspetto di villa Tassis si deve sia alla ristrutturazione effettuata dai proprietari Tassis, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, sia alle decorazioni realizzate in epoca neoclassica. Il cortile di forma pentagonale è senza dubbio l’ambiente più suggestivo dell’intero complesso; all’interno si erge il campanile neoromanico del 1891. Alcune stanze della villa furono affrescate dal pittore bergamasco Vincenzo Bonomini ed altre da Luca Deleidi detto “il Nebbia”. La villa è sede dell’istituto religioso Sacra Famiglia con annesso museo della Santa Elisabetta Cerioli.
Il corpo originario della villa fu costruito dai conti Vertova nei primi decenni del ‘700. Sono successivi i due sopralzi laterali e alcune decorazioni tra le quali si distingue il medaglione con l’immagine di Torquato Tasso, posto sul vertice della facciata. All’interno un elegante porticato di impostazione secentesca e due strutture rettangolari più basse risalenti probabilmente alla seconda metà dell’ottocento e volute dai successivi proprietari della villa, i Tasca e gli Ambiveri. La villa ed i 1600 mq di area verde sono sottoposti a vincolo pubblico dal 1914. All’interno di Villa Ambiveri è ospitata la Fondazione Russia Cristiana, sorta nel 1957 ad opera di Padre Romano Scalfi. Tra le varie attività si segnalano: il centro documentazione e la ricchissima biblioteca specializzata sulla Russia; la scuola iconografica di Seriate che organizza corsi di pittura di icone e mostre. Nella cappella bizantina di Villa Ambiveri è possibile partecipare alla liturgia in rito bizantino-slavo.