Situata a sud dell'abitato di Bettole, inserita all'interno di un complesso rurale, la chiesa di San Felice è una delle più antiche di Gorlago. Citata per la prima volta in un documento dell'anno 886, ha subito numerose trasformazioni che ne hanno in gran parte cancellato gli aspetti originari. L'edificio, ad aula unica (oggi accorciata di circa la metà rispetto alla lunghezza originaria), presenta una copertura a mattoni (anticamente la copertura era in legno) e riceve luce da due finestre archiacute in laterizi ricavate in epoca recente sul fianco sinistro e da due aperture del medesimo tipo facciata. Un tempo la chiesa di San Felice possedeva interessanti affreschi risalenti alla metà del cinquecento sul frontone dell'abside raffiguranti la Crocefissione, Sant'Antonio abate e Sant'Andrea. Questi, strappati recentemente dal muro, sono stati riportati su tela, mentre altri sono sfortunatamente andati perduti a causa delle consistenti trasformazioni strutturali cui l'edificio è stato soggetto. Anticamente chiesa parrocchiale, è stata in seguito declassata a chiesa campestre, divenendo infine proprietà privata. Le attuali strutture murarie, costituite da borlanti di diversa pezzatura e pietre da taglio assemblati senza particolari attenzioni e annegati in abbondante malta cementizia, testimoniano delle alterazioni subite dall'edificio durante i non sempre felici interventi di restauro cui è stato sottoposto.
La prima chiesa oratoriale sorta in paese fu quella dedicata a S. Felice, già esistente nel 886, come conferma la pergamena relativa ad un atto di compravendita stilato nell'oratorio di S. felice in “Gurlaco”. Nella chiesa di S. Felice gli abitanti si recavano per pregare e per gli atti quotidiani di pietà, per le funzioni spiccatamente parrocchiali dovevano invece recarsi a Telgate nella Chiesa plebana, perché quella era la parrocchiale per tutti i paesi della valle Calepio. La Chiesa di San Pancrazio presenta una facciata in marmo di Zandobbio, rivolta verso ovest e preceduta da un ampio sagrato pavimentato in porfido e circondato da balaustra in marmo. La facciata è divisa in due ordini da quattro lesene e relative contro-lesene che, partendo dai relativi basamenti, suddividono gli ordini in tre settori: quello principale è molto più ampio dei laterali ed ospita, all’ordine inferiore, un portale settecentesco, appartenente alla facciata originaria: il portale è sormontato da un timpano triangolare sopra il quale sono appoggiati due angeli; il timpano è spezzato al centro, da una nicchia contenente la statua di S. Pancrazio anch’essa sovrastata da un ulteriore timpano triangolare. La chiesa presenta, dopo una prima campata rettangolare, un’unica navata a pianta ellittica con ai lati due cappelle. Lesene in stucco poggianti su alti basamenti in marmo di Zandobbio reggono con i loro capitelli, un cornicione praticabile su cui si imposta la volta a botte. Sopraelevato di quattro gradini in marmo, rispetto al pavimento della navata, delimitato da una balaustra in marmo, si apre, con la sua pianta rettangolare, il presbiterio che ospita al centro il grande altare con mensa sorretta ai lati da due cariatidi di leoni a tutto tondo seduti sulle zampe posteriori e al centro grande cesto in bronzo colmo di uva e frumento. Ai lati del presbiterio, in alto sono posizionate le due cantorie in legno scolpito, laccato e dorato. Dietro l'altare maggiore vi è il coro in noce scolpito con diciassette stalli.
La chiesa di S. Andrea è stata la prima chiesa costruita a Gorlago perché sorse con l'antico castello della famiglia Lanzi attorno all'anno Mille. Essa compare in un elenco del 1260 tra le chiese che versavano un contributo a Roma. La chiesa di S. Andrea è una costruzione appartenente all’epoca romanica. Prima dell’ampliamento che ne trasformò l’assetto, si presentava con una pianta a croce greca. La chiesa presenta una facciata in pietra caratterizzata da un portale centrale e da una finestra semicircolare con contorno in pietra, posta a lato di essa. Il portale è sovrastato da una finestra monofora e da altre due finestre rettangolari, ai lati. La falda orizzontale di un tetto a due spioventi, conclude la facciata. La chiesa ha pianta rettangolare suddivisa in tre navate da colonne complete di capitello corinzio che sorreggono la volta. La chiesa possiede tre altari: l’altare centrale è dedicato a S. Andrea e si trova nel presbiterio, la cui abside è completamente affrescata con l’effige di S. Andrea, della Madonna e dei Santi Filippo e Giacomo; l’altare di sinistra è dedicato ai Santi Bartolomeo, Sebastiano e Rocco, mentre l’altare di destra è dedicato alla Madonna Addolorata e ai Santi. Il presbiterio è rialzato di un gradino rispetto alla navata ed ha pianta rettangolare con porta a sinistra che conduce alla sagrestia; infine, esso si completa in un coro absidato coperto da volta a sesto ribassato.
Villa Siotto Pintor fu dimora di Guiscardo Lanzi appartenente ai Grumelli. Successivamente la villa venne venduta ai conti Vimercati Sozzi che la utilizzarono come residenza estiva, tra di essi si ricorda Cristoforo Vimercati Sozzi ciambellano di Leopoldo e Maria Teresa d'Austria. Durante alcuni lavori di rifacimento vennero alla luce pietre datate 1571 ma secondo alcuni documenti la sua origine può essere fatta risalire fino al 1300, si sa infatti che il primo Lanzi che abitò in questa villa, che fu podestà di Milano e Genova, capitano di Brescia e Cremona, morì nel 1352. L'attuale villa, con un edificio centrale di almeno trecento anni, è il risultato del gusto di un conte Vimercati (XVIII secolo). A seguito del matrimoni di Amalia Vimercati Sozzi de Capitano de Cornate (figlia di Paolo Vimercati Sozzi e nipote di Cristoforo Vimercati Sozzi) con Gustavo Siotto Pintor, la proprietà venne nelle mani dei nobili Siotto Pintor intorno a metà 800. La villa godeva di un suntuoso parco personale, poi ceduto in diverse sezioni per la creazione dell'oratorio oggi centro per la famiglia, del parco comunale e della casa parrocchiale, anche le dipendenze servili vennero cedute, case del fattore e dei servi passarono ai Carcano (parenti dei Vimercati) ed infine ai Bombardieri. Della famiglia Siotto Pintor vissero Gustavo Leonzio Siotto Pintor, fu parte del corpo dei carabinieri reali fino al grado di tenente colonnello e per un certo periodo ebbe anche il ruolo di sindaco di Gorlago, Diodato Siotto Pintor, fu parte del corpo dei bersaglieri ed arrivò fino al grado di generale di divisione e Giovanni Siotto Pintor che ebbe anche lui una carriera militare, arrivò al grado di tenente e venne collocato a riposo a seguito di una frattura mal consolidata durante la prima guerra mondiale. Per quanto riguarda la storia più recente, gli ultimi anni della villa sono stati caratterizzati dall'incuria, abbandono e sopratutto da ruberie e vandalismo. A partire da gennaio 2020 è stata avviata un attività di recupero con la pulizia sia degli spazi esterni che di quelli interni. Attualmente come riferimento per le pagine social: https://www.facebook.com/villasiottopintor https://www.instagram.com/villasiottopintor/?hl=it Mentre per il sito web, il riferimento è https://villasiottopintor.wordpress.com/