A Gorle esisteva un grandioso palazzo con ampio parco, abitato per l’ultima dalla famiglie Steiner-Frizzoni.Come la maggior parte delle terre della zona, era di proprietà ecclesiastica e veniva abitato dai vescovi di Bergamo come dimora estiva. Per ultimo vi soggiornò il vescovo Ragazzoni, prima che facesse costruire una nuova casa di villeggiatura (l’attuale Villa Zavaritt, sempre a Gorle). Verso la metà del 1500 questo palazzo fu venduto ai Conti Grumelli e da questi ai Conti Calepino. Nel 1628 fu acquistato dai Nobili Marchesi Terzi, i quali lo vendettero nel 1887 alle famiglie Steiner-Frizzoni, che lo tennero in proprietà fino al 1964. Infine lo acquistò il signor Barzanò, per poi venderlo all’impresa edile Noris, che lo demolì. Ripercorrendo la storia documentata da antiche carte ritrovate, sul finire del sec. XVI il palazzo sembra sia stato demolito e nuovamente ricostruito dai Conti Calepino. Nella sala principale, sempre al piano terra, si conservava ancora intatto lo stemma della famiglia dei marchesi Terzi, con delle pregevoli pitture, raffigurante le quattro stagioni, pare di scuola veneziana. In un angolo della sala esisteva l’antico oratorio, con l’immagine della Madonna e del Bambino Gesù, usato, forse un tempo, per le sacre funzioni religiose.
L’antica Chiesa parrocchiale di Gorle, ha origini incerte e ancor oggi si ignora l’epoca della sua costruzione. Solo nel 1851 iniziarono i lavori di restauro con una parziale demolizione per poter sostituite il tetto, ma quando fu scoperchiata i muri laterali cedettero e la chiesa dovette essere ricostruita dalle fondamenta. Don Mazzucotelli ebbe l’appoggio e il sostegno di tutto il popolo, che si prestò gratuitamente ai lavori di manovalanza, completando l’opera nel 1858. Grazie alla generosità di alcuni donatori e dei parrocchiani la chiesa si abbellì negli anni d’arte sacra, fra cui statue, affreschi e quadri importanti, come il “Martirio di santo Stefano” eseguito dal celebre artista Pietro da Cortona.
Indubbiamente di origine Romana, pare che fu lo stesso Giulio Cesare a perfezionare la posizione difensiva del territorio che comprendeva il collegamento strategico del Ponte posto sul fiume Serio e le fortificazioni poste sul Monte di Scanzo. La storia ricorda che, a causa della posizione strategica del Ponte, passaggio di commerci ed eserciti, gli abitanti del posto non hanno mai avuto una vita tranquilla. Le truppe straniere scendevano continuamente dalle Alpi Germaniche attraverso il Ponte di Gorle, unica via per Bergamo.
La Torre dei Conti Grumelli, così chiamata perché posta a difesa dei possedimenti di questi Signori, fu riconosciuta storica dalla Sovrintendenza delle Belle Arti nel 1978. Della sua importanza troviamo testimonianza scritta nelle cronache delle battaglie tra Guelfi e Ghibellini descritte dal Castelli nel testo “Cronicon” del sec. XV e in note del Fornoni contenute nel manoscritto che si trova nell’archivio della Famiglia dei Conti Grumelli, in cui testimonia come nell’anno 1403 la Torre fu oggetto dell’assalto dei Ghibellini e di come questo presidio, seppur danneggiato, si fosse sempre valorosamente difeso e mai si fosse arreso al nemico.
Si ipotizza che questo insediamento fosse originariamente uno dei due castelli eretti dai romani a protezione del Ponte Marzio. Nel 1248 il Podestà di Bergamo fece spianare molti di questi castelli, ma quello di Gorle si salvò perchè già di proprietà del clero che ne fece meta privilegiata dei periodi di villeggiatura dei vescovi bergamaschi, come confermato dagli stemmi ben murati sopra la torre. Nel 1800 la Torre, originariamente in stile Guelfo, venne restaurata in stile Ghibellino da un architetto della famiglia dei Marchesi Terzi. Successivamente ristrutturazioni effettuate nel 1912 ed attorno al 1980 portarono la Torre all’aspetto attuale. E’ attualmente proprietà di privati.
Fatta costruire da Gerolamo Ragazzoni, vescovo di Bergamo dal 1577 al 1592, risulta essere una delle pochissime ville cinquecentesche della Bergamasca. Anticamente era una fortezza romana, poi castello abitato per parecchio tempo dei Frati Umiliati, proprietari in Gorle di diversi possedimenti terrieri. Nel 1571 S. Carlo Borromeo sciolse l’Ordine, ma tutti i possedimenti rimasero di proprietà ecclesiastica. La forma del cortile riporta a un chiostro chiuso e la presenza di alcune pietre tombali con iscrizioni datate attorno al 200 d.C. venute alla luce durante i lavori di restauro assieme a una nicchia con disegni di impostazione celtica testimonia l’origine molto antica delle sue fondazioni. Agli inizi del 1800, nel periodo in cui le autorità napoleoniche misero all’asta, dopo averli espropriati, i beni ecclesiastici, la villa venne acquistata da Ambrogio Zavaritt. La sistemazione attuale è opera dell’Ing. Luigi Angelici che, dal 1914 al 1918, eseguì radicali lavori di restauro, mettendo in evidenza, tra l’altro, alcuni soffitti a travi e tavolette decorate che erano stati coperti da una controsoffittatura eseguita per abbassare l’altezza degli ambienti.